venerdi 17 novembre
apro un blog sulle nuvole. Stamattina, in bagno, folgorazione: ho letto un articolo sul nuovo libro di Gavin Pretor-Pinney un londinese di 37 anni. Il libro si chiama Cloudspotting, in Italia è pubblicato da Guanda. (appena lo trovo me lo regalo).
Man mano che leggevo mi sentivo sempre più divertita e compresa: anche io sono una contemplatrice di nuvole! e non me ne ero mai resa conto.
Contenta di aver scoperto questa nuova affinità col mondo, che mi fa sentire amata dalla natura ogni volta che vedo delle belle nuvole, ho deciso di celebrare il momento aprendo un blog.
L'articolo, Vanity Fair n°45, è scritto da Edoardo Gamurri ed è corredato da bellissime foto di nuvole di John Lamb.
Anche io fotografo nuvole!
Guardare le nuvole è come guardare un cielo stellato in una notte limpida di tramontana: uno spettacolo che ti lascia senza fiato e ti rende partecipe di qualcosa di immensamente grande e meraviglioso. Ancor più meraviglioso se si coglie la corruttibilità di quello che si vede. Per le nuvole, contrariamente alle stelle, basta un alito di vento e lo spettacolo davanti ai nostri occhi muta. Bisogna essere sempre pronti alla meraviglia.
Leggendo l'articolo ho scoperto che il nostro "cielo a pecorelle" per gli inglesi è un "mackerel sky", cielo di sgombro. La frase in chiusura mi ha commossa... sempre mentre ero in bagno.
"la natura ama sorprendere. ma soprattutto ama lasciare in ogni parte del creato una traccia di se stessa, un segnale inconfondibile che lega ogni essere vivente all'universo che lo contiene. le nuvole sono il tetto di chiunque. Anche di un pesce ignaro di portare con sè il marchio di un cielo che solo apparentemente non gli appartiene".
C'è qualcosa di struggente ma anche di profondamente romantico nel pesce che porta dentro di se le immagini delle nuvole senza poterle mai vedere. La metafora inglese aggiunge sicuramente qualcosa e ci arricchisce: le pecore italiane sono sicuramente più conscie del cielo che è sopra di loro e questo sminuisce lo struggimento poetico.
3 commenti:
oloturia@gmail.com scrive:
http://cat-breeds.cats-central.com/images/kittenpicture.jpg
Al tempio c’è una poesia intitolata “la mancanza”,
incisa nella pietra. Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate.
Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla.
(da Memorie di una geisha).
Sorella cara era un gioco che facevo sempre da piccola con la mammucca mentre papà guidava per portarci al mare...mi sono sempre incantata a guardarle e a scorgere in ognuna di loro le forme più strane che cambiano in continuazione. Poi da quando uso l'aereo per tornare nella mia patria, spero sempre che sia sereno prchè dall'alto dei cieli sono ancora più belle ed è belliissimo attraversarle....non potevamo non avere anche questo in comune...
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