sabato 18 agosto 2007

10° giorno


le città invisibili. Tutti gli abitanti di questa città sono andati in ferie, sono andati via da casa e hanno svuotato la città. Come quando, banalmente, non ci si rende conto di quanto manchi una cosa o una persona se non in sua assenza, allo stesso modo non ci si rende conto di quanta compagnia facciano le persone che non conosciamo, con cui non parleremo mai che abitano nella nostra città.
Nessuna relazione effettiva e reciprocamente consensuale ci lega a quelli che sono e, forse resteranno, per noi degli estranei. Tuttavia un qualche legame, di qualche strana natura socio dinamica, deve pure instaurarsi in modo inconsapevole perchè l'assenza di persone mi fa sentire sola. E preferisco uscire, anche per la spicciola spesa quotidiana, quando sono sicura che ci sarà qualcun altro per strada. Qualcuno con cui non scambierò neanche il buongiorno ma che è lì e fa compagnia.
Nessun rimpianto in questa relazione mancata. Niente a che vedere con la sensazione di amore meraviglioso e incompiuto e perfetto proprio perchè mai eternamente inappagato "ma sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro per un bacio non dato, per un amore nuovo". Nessun rimpianto perchè la natura stupefacente di questa relazione con gli sconosciuti sta nel fatto che esiste e noi ancora non lo sappiamo, nè lo vogliamo forse. La bellezza di una relazion non voluta, non cercata sta proprio nella sua assenza... la quintessenza della negazione. Il rapporto del singolo con i molti è un rapporto muto, fatto di negazione e silenzi, a volte anche di contatto evitato camminando a zig zag per i corsi affollati delle città.
Il decimo giorno di esperimento e io lo passo a filosofeggiare sulle masse, mi sa che questa solitudine non fa proprio bene bene...

Nessun commento: