mercoledì 29 novembre 2006

Poveri ma bully

Chris Baldassari


Non so perchè mi viene in mente il bullismo. Non so perchè ho voglia di parlarne ora che mi sento sul depresso andante. Non ci sono abituata a sentirmi così. Mi piace essere solare, contenta della vita e, si, anche ottimista. Sono un'inguaribile buontempona.
E invece eccomi qui a pensare e a malinconicamente sentire. La causa è la mancanza di lavoro. L'ennesimo rifiuto da un'agenzia interinale. L'ennesima porta in faccia. L'ennesimo raggiro.
Ci sono cascata di nuovo: povera sprovveduta.
Rispondo all'annuncio. Mi chiamano per fissare l'appuntamento e io ci vado. Ormai con un carico minore di speranze data il lungo periodo di frequentazione dell'ambiente. Ma mi sa che qualcosa cambia dal momento in cui la cornetta del telefono, che poco prima ti aveva portato il fausto messaggio di un colloquio di lavoro, poggia sul telefono mettendo fine alla conversazione. Perchè nel momento in cui ti presenti in agenzia già non vai più bene. Non sei adatta. Non sei opportuna. Non hai i requisiti. Non sei in grado. Non puoi rispondere alla figura di cui loro sono in cerca.
Va bene, grazie. Sarà per un'altra volta.
Ma anche se sai in cuor tuo che non dipende esattamente da te, da quello che sai, da quello che fai e da quello che sei. Anche se sei dotato di una ferrea stima di te stessa e delle tue capacità... inevitabilmente la sensazione di fallimento ti rimane addosso ed è difficile da mandar via.
"chi non ti vuole è perchè non ti merita!" Sarebbe bello che fosse come per le storie d'amore, quando qualcuno ci rifiuta l'amica di turno ci dice che non è colpa nostra: è quell'idiota che ha il cuore miope.
Forse dovrei far tesoro del mio tempo libero e dedicarmi, con un sorriso in faccia, a lazzi culturali. E non capisco neanche io perchè la mancanza di lavoro mi renda così frustrata. Ma andrebbe bene anche frustata.
Penso che non sia opportuno che io mi lamenti e mi pianga addosso, soprattutto nei confronti di chi dalla vita ha ricevuto molto meno da me. E penso anche che, in virtù di momenti terribili trascorsi in passato, dovrei solo gioire nell'essere viva e avere accanto qualcuno che amo e mi ama.
Lo sono. Sono grata verso qualcosa di superiore ogni giorno. Ma anche non riesco a capacitarmi che il mondo giri così.
Ecco perchè mi viene in mente il bullismo.
Mi guardo bene dal dire "la società è malata!" oppure "è tutta colpa della tv".
Io credo che siano entrambe le cose, che forse tutte le ovvietà nascondono un briciolo di verità. Ma credo anche che sia necessario guardare il mondo più in profondità ma, allo stesso tempo, con uno sguardo d'insieme che sia in grado di abbracciare tutte le implicazioni di ogni singolo evento.
Facendo particolare attenzione ai messaggi subdoli che arrivano alle orecchie di chi neanche vorrebbe ascoltarli.
La violenza, l'anoressia, il bullismo, la prepotenza, la maleducazione, razzismo, cinismo, xenofobia falsi modelli di bellezza, ignoranza, nessun rispetto per l'ambiente, nessun amore per la natura, denaro, potere... si nascondono in atteggiamenti, modi di dire, modi di fare.
è come se tutti indossassero delle maschere di ipocrisia. Dietro le quali non si nasconde un volto ma il vuoto.
Rincorriamo piaceri e valori effimeri. O semplicemente corriamo senza la pazienza e la voglia di fermarci un attimo a guardare. Ci riempiamo la pancia ma lasciamo morire di fame la testa e il cuore.
I nostri bambini vivono questa contraddizione sulla loro pelle. Lasciamo perdere le maestre che li legano con lo scotch - sempre che sia vero. Molto più dannose sono quelle maestre che urlano, strattonano i bimbi, che rimproverano il primo mal capitato facendolo piangere davanti a tutti. E se il povirazzo proprio non sa come fare per smettere di singhiozzare gli urlano, semplicemente, di smetterla. Maestre che sono prepotenti, arroganti e abusano del loro potere con i bimbi e i colleghi. E anche se non lo dicono esplicitamente è questo quello che insegnano ai bimbi.
Dirò anche una banalità ma mi rendo conto che la realtà in cui vivo non ha rispetto per i bambini. Non sono considerati come persone.
E nessuno ricorda più il bimbo che è stato. Altra banalità, forse, ma ci credo molto.
Penso che se solo mettessimo i bimbi al primo posto la nostra società cambierebbe molto.
Speriamo.

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